Quando si vive un disagio, un malessere, o un sintomo di qualunque entità, spesso ci si sente soli, intrappolati, in grande difficoltà.
E non è nemmeno così scontata la ricerca di un aiuto. Ci si prova con tutti gli strumenti a propria disposizione, si tentano le vie più diverse per placare quella fatica interiore. Alcune volte funziona, mentre per altre questo sforzo non è sufficiente; la fatica ritorna.
Chiedere un aiuto significa riconoscere di “non bastare a se stessi”, affidare ad un professionista quel malessere per certi versi così chiaro e per altri così misterioso. Salvo poi scoprire nel tempo che il vero protagonista di quel viaggio è proprio il coraggio di guardare al proprio mondo interiore, ad un presente così intricato e alla propria storia personale con uno sguardo diverso, amorevole e critico insieme.
Cos’è allora la psicoterapia? Per prendere in prestito un’espressione del dott. Erba, fondatore de “Il Ruolo Terapeutico”, intraprendere una psicoterapia significa a mio parere “scendere in acqua”, accostarsi a sé stessi, alle proprie difficoltà, e a quel magmatico mondo interiore sofferente, certi di non essere soli.
Il terapeuta è un professionista competente e disponibile ad attraversare con il paziente il malessere che egli vive, ad inoltrarsi insieme a lui nella nebbia confusa di quel sintomo o quel disagio così insopportabile.
Tutto ciò con la consapevolezza del fatto che, grazie al lavoro che si fa nella stanza di terapia, quella stessa nebbia inizierà a diminuire e si potranno scorgere molti paesaggi, probabilmente non tutti belli, ma a questo punto visibili, e quindi anche meno spaventosi.
Quando si parte?
La risposta che mi pare più appropriata, benché possa apparire scontata, è che un percorso di psicoterapia prende avvio quando lo si desidera.
Molte persone vivono situazioni di crisi, momenti di stallo, o ancora sintomi di più varia natura – ansia, panico, alterazioni del tono dell’umore, somatizzazioni, disturbi del comportamento alimentare, disturbi relazionali e molti altri ancora – ma non tutti iniziano una terapia.
La differenza? Sta proprio nel fatto che per alcuni di essi quel modo di vivere non va più bene.
Può accadere quindi che si avverta un desiderio di cambiamento che per qualche motivo, magari ancora non così noto, proprio in quel momento della propria vita si sceglie di seguire. E allora si parte.
A chi si rivolge?
La psicoterapia si rivolge a chiunque viva una sofferenza e senta il desiderio di uscirne. Questa sofferenza, come già accennato, spesso trova una via per esprimersi attraverso una vasta varietà di sintomi.
Considerando la mia competenza ed esperienza professionale, ho spesso lavorato con persone portatrici di sintomi ansiosi di vario genere (fobie, panico, ansia generalizzata), somatizzazioni, alterazioni del tono dell’umore, disordini alimentari; ma anche difficoltà relazionali, interne o esterne alla coppia e alla famiglia, o ancora momenti di crisi legati a difficili eventi della vita come separazioni, lutti, trasferimenti o malattie.
Ritengo pertanto di poter offrire la mia preparazione in relazione a queste aree cliniche o affini, pur certa che di fronte a me non incontrerò mai un mero disagio psichico, ma sempre una persona.