ME, MYSELF AND I. Ovvero uno sguardo esplorativo su noi stessi.

Parlando con le persone, non soltanto nell’ambito del mio lavoro, spesso mi accorgo di quanto per molti fare delle cose da soli risulti noioso, difficile, o addirittura temibile. Un po’ come se il famoso sale della vita fossero solo ed esclusivamente gli altri.

Certo ci nutriamo di relazioni. Basti pensare a quanto per un neonato siano essenziali le attenzioni di chi se ne prende cura, o ancora al bisogno di condividere con chi amiamo qualcosa di particolare che ci accade durante la giornata.

Dobbiamo però iniziare a considerare che anche noi stessi siamo un nostro valido interlocutore.

Riflettiamoci insieme: siamo in grado di spronarci, valorizzarci, di boicottarci, esserci di aiuto e a volte di farci anche paura. Questo non perché in noi vivano chissà quante personalità.

Semplicemente perché, da esseri coscienti, siamo in grado di formarci un’idea sia del mondo esterno (comprese le persone che incontriamo sulla nostra strada) sia del nostro mondo interno (noi stessi, per l’appunto).

Si pone quindi una domanda: possiamo indirizzare almeno un po’ l’atteggiamento che abbiamo nei nostri confronti? Io credo che per rendere il viaggio più piacevole possa valere la pena trattarsi con dignità, riconoscendosi “con un poco di benevolenza” risorse e limiti (questo è ciò che ho spesso sentito dire dal dott. Erba, per me grande maestro). Ciò a volte può significare anche contenere le proprie immagini grandiose e ridimensionare quelle gratuitamente svilenti, alla ricerca del proprio equilibrio.

Guardarsi con un po’ di onestà e riuscire a voler bene a quello che vediamo è uno dei regali più belli che ci possiamo fare.

Non è sempre certo che saremo in grado di farlo spontaneamente o da soli. Dipende molto anche da come abbiamo vissuto gli ‘sguardi’ affettivi di chi ci ha accudito.

La nostra storia gioca un ruolo importante sulla scacchiera del nostro presente. Ma è anche vero che nella vita adulta ci si può permettere di percorrere nuove direzioni, e allora perché non farlo verso noi stessi?

Credo proprio che una volta compiuto questo passo sarà più semplice anche lasciarsi amare da chi ci sta vicino.

 

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